Treccani Ernesto. Milano, 1920. Pittore. Frequenta il Politecnico di Milano e nello stesso tempo fonda la rivista “Vita giovanile” (poi “Corrente di vita giovanile” e infine “Corrente”). Comincia a dipingere nel 1940 influenzato dalla pittura di Van Gogh, Cézanne, Picasso e da quella degli amici Morlotti e Cassinari. Nel 1940 espone insieme al gruppo di Corrente presso la Bottega omonima e nel 1943 espone alla Galleria La Spiga con Morlotti e Cassinari. Nel 1941 e nel 1942 partecipa al Premio Bergamo. La sua prima personale si tiene nel 1949 nella Galleria Il Milione di Milano. Nel 1950 partecipa alla Biennale di Venezia. Nel 1955 compie un viaggio in Cina. Segue una serie di personali in Italia e all'estero (è a New York nel 1957), che continua per tutti gli anni Settanta e Ottanta. Molte sono le antologiche che gli vengono dedicate. Della sua opera si sono occupati i maggiori critici del dopoguerra: con alcuni di essi (De Grada, De Micheli, Vittorini) fonda la rivista “Il '45”, mentre con gli amici pittori Ajmone, Chighine, Francese e con Giovanni Testori è animatore del gruppo “Pittura”. Dai primi anni Cinquanta è uno dei principali esponenti del movimento realista italiano ed entra a far parte della redazione della rivista “Realismo”. Nel 1978 istituisce a Milano la Fondazione Corrente. La sua pittura si caratterizza, fin dagli esordi, per il marcato impegno civile e politico. Negli anni Cinquanta guarda volentieri al paesaggio urbano, specie alle periferie povere e alle condizioni di vita dei suoi abitanti. Nello stesso periodo, soggiornando a lungo in Calabria, ne rappresenta i luoghi e, soprattutto, soggetti legati a una drammatica realtà, segnata dalle difficili condizioni di vita dei contadini. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria attraversa un periodo di crisi: intimismo e lirismo cominciano a prevalere sulle tematiche precedenti. Dagli anni Sessanta fonte principale della sua ispirazione diviene la natura, restituita attraverso un languido sentimento del reale. Tra 1962 e 1963 realizza una serie di tele ispirate a La luna e i falò di Cesare Pavese e un'altra – Siepi – caratterizzata da richiami all'espressionismo astratto e all'informale. Tra 1969 e 1975 esegue un grande dipinto, Un popolo di volti, ispirato ai funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana.Bibl.: Ernesto Treccani, (Milano, Palazzo Reale), a c. di A. Negri, Milano, 1989; R. De Grada, Treccani: frammenti del quotidiano, Milano, 1993; M. Pizziolo, Ernesto Treccani. Anni Novanta. Opere dalla collezione Brambati, Imbersago, 1999.
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