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    Ruffini Giulio

    Ruffini Giulio. Villanova di Bagnacavallo (Ravenna), 1921. Frequenta la scuola di Arti e Mestieri a Cotignola, sotto la guida del pittore Varoli. Dal 1951 prende parte a numerose rassegne, tra cui la XXVII Biennale di Venezia, la VII Quadriennale di Roma e la Mostra dei 60 Maestri del prossimo trentennio a Prato nel 1955. Consegue numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Diomira nel 1951, il Suzzara nel 1952 (ottiene anche due secondi posti nel 1960 e 1967) e il Tettamanti nel 1968. Non molte sono le personali, tenutesi tra Bologna, Milano e Forlì; la più rilevante viene ordinata al Centro Attività Visive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1970. Una sua retrospettiva viene ordinata nel 1988 a Lugo di Romagna. Tra le mostre più recenti si segnalano quelle di Ravenna nel 1997, Bagnacavallo nel 1999 e Forlì nel 2002. Sulla sua opera, nel 1968 esce un volume di Raffaele De Grada. Nel dopoguerra, Ruffini partecipa al movimento realista: le sue opere degli anni Cinquanta s'ispirano alle lotte dei braccianti romagnoli per la loro emancipazione. Più recentemente la sua arte, pur rimanendo legata alla realtà, si è andata orientando verso un linguaggio meno diretto e più simbolico, caratterizzandosi comunque per un'inclinazione al racconto, condotto con uno spiccato senso elegiaco. Un tema tipico della sua fase matura riguarda l'aggressività intrecciata alla civiltà tecnologica; suggestioni surrealisteggianti affiorano nel ciclo fantastico-ironico della storia d'Italia. Bibl.: R. De Grada, Giulio Ruffini, Ravenna, 1968; Giulio Ruffini, Lugo, 1988; Giulio Ruffini, (Ravenna), a c. di G. Guberti, Milano, 1997; Giulio Ruffini. Scomparsa della Romagna: opere dal 1968 a oggi, a c. di O. Piraccini, L. Prati, R. Ricci, Forlì, 2002.