Ruffini Giulio
1950-1952Olio su tela135,2 x 199,5 cm
Al V Premio Suzzara (1952) vinse il puledro. Opera ispirata agli eventi dell'occupazione delle terre: il fazzoletto rosso al collo del giovane contadino suggerisce allo spettatore che si trattava di uno dei protagonisti delle lotte per l'acquisizione dei terreni incolti. La composizione, ridotta a pochi elementi essenziali, e l'uso di una gamma cromatica scarna, basata su tonalita' fredde, accentuano l'atmosfera di dolore espresso dalla sequenza dei volti delle donne in lutto e dai dati essenziali che definiscono la condizione della vittima (ad es. i piedi nudi e la camicia insanguinata). La semplicita' del racconto e del linguaggio stilistico elimina ogni possibilita' di enfasi retorica. Questo dipinto e' uno degli esempi piu' significativi e originali della pittura realista di impegno sociale. L'artista nasce a Villanova di Bagnocavallo (Ravenna) nel 1921. Frequenta la Scuola di Arti e Mestieri a Cotignola, sotto la guida del pittore Varoli. Nel dopoguerra partecipa al movimento realista e dal 1951 a numerose rassegne. Negli ultimi anni la sua arte, pur rimanendo legata alla realta', si e' andata orientando verso forme piu' simboliche. La sua fortuna come artista, comunque, rimane legata alle opere degli anni Cinquanta, che si ispirano alle lotte dei braccianti romagnoli per la loro emancipazione. Il suo stile e' caratterizzato dalla predisposizione al racconto, spesso con inclinazioni elegiache. Nelle opere piu' recenti si rivolge a temi diversi, tra cui la rappresentazione della violenza scaturita dalla civilta' tecnologica, con qualche suggestione surrealista come nel ciclo fantastico-caricaturale sulla storia d'Italia.
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