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    Di Prata Oscar

    Di Prata Oscar. Brescia, 1910. Pittore e disegnatore. Compie gli studi a Venezia presso l’Istituto d’Arte di Stato. Comincia giovanissimo, nel 1928, a esporre in importanti manifestazioni d’arte a livello nazionale. Già dagli anni Trenta ottiene molti riconoscimenti come i premi vinti all’Ateneo di Brescia e al Premio del Lago di Garda, il Premio del Ritratto Gaetano Gasseri, il Premio Magnocavallo. Dal 1938 insegna all’Istituto di Stato; nello stesso anno partecipa alla Quadriennale di Roma. Nel 1944 espone alla Mostra nei campi di concentramento dell’India le opere realizzate durante la permanenza a Bombay e nel Punjab, in qualità di ufficiale, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Dalla fine del conflitto collabora a riviste e a quotidiani con testi critici e narrativi, e inizia ad allestire personali in tutta Italia. Nel 1948 vince il primo premio S. Remo per la pittura a cui seguono numerosi altri riconoscimenti fino agli anni Settanta. Dalla metà degli anni Sessanta sue personali vengono ordinate in Francia e in Olanda. Un’importante monografia sulla sua opera viene pubblicata nel 1974 e curata da Raffaele De Grada. Partito da soggetti vicini a inclinazioni novecentiste, già nelle opere degli anni Trenta dimostra di voler andare contro un certo gusto borghese per la bella pittura. Nel corso della guerra e della lunga prigionia l’artista esegue opere ispirate alle tragedie belliche. Durante la prigionia in India, dipingerà e disegnerà soprattutto paesaggi indiani. Dal dopoguerra agli anni Settanta si confronta soprattutto con il tema del sacro, in dipinti nei quali la figura di Cristo è da intendere come figurazione simbolica della condizione umana ed esistenziale dei perseguitati politici e, in generale, di tutti coloro che si ribellano al potere costituito (molto spesso raffigurato sotto forma di idolo scimmiesco). Tra il 1946 e il 1949 si avvicina all’astratto informale per poi riavvicinarsi alla figurazione e a un arte di denuncia, i cui temi principali sono la violenza e la sofferenza fisica. Dagli anni Cinquanta in poi la sua pittura non abbandonerà mai l’impegno sociale, di cui è un esempio fondamentale l’opera Buon anno caro Vietnam, del 1973. Rilevanti sono anche i cicli di affreschi e di vetrate eseguiti in chiese bresciane così come nella Chiesa Fatebenefratelli di Roma e nell’ospedale omonimo di Milano. Bibl.: R. De Grada, Di Prata, Bologna, 1974; R. Lonati, Di Prata Oscar, in Dizionario dei pittori bresciani, 1982, v. I.