Birolli Renato. Verona, 1905 - Milano, 1959. Pittore, disegnatore. Intraprende gli studi artistici all'Accademia Cignaroli di Verona dalla quale è espulso per indisciplina. Nel 1927 si trasferisce a Milano, dove fa il correttore di bozze all'“Ambrosiano” (diventando poi il “vice” di Carrà critico d'arte) e inizia l'attività espositiva anche in sedi improvvisate. Già nel 1930 è presente, con due opere di pittura, alla Biennale di Venezia (vi esporrà ancora nel 1942 e, ininterrottamente, dal 1948 al 1956; quindi, dopo la morte, nel 1960, 1964, 1988 e 1995). Nel 1931 espone nella Galleria del Milione diretta da Edoardo Persico; è anche in contatto con gli architetti razionalisti e alcuni esponenti della Scuola Romana (Mafai, Cagli, Mazzacurati). Comincia a raccogliere le sue riflessioni sull'arte nei Taccuini, che saranno pubblicati già nel 1943 e poi, in forma più completa, nel 1960. Tra 1936-37 è per la prima volta a Parigi, dove incontra Lionello Venturi; è arrestato per motivi politici e licenziato dall'“Ambrosiano”. Tra 1938 e 1942 a Milano partecipa al movimento di Corrente; è premiato sia al II, sia al IV Premio Bergamo (1940 e 1942). Durante la guerra ha legami con i gruppi insurrezionali operanti in Lombardia; esegue i Disegni della Resistenza - Italia 44. Nel 1946-47 è tra i promotori della Nuova Secessione Artistica, che poi diventa il Fronte Nuovo delle Arti; compie un secondo viaggio a Parigi. Del 1951 è la prima mostra personale a New York; nel 1952 entra a far parte del Gruppo degli Otto, criticamente sostenuto da Venturi. Nei primi anni Cinquanta soggiorna periodicamente e lavora in località dell'Adriatico e del Tirreno e nelle cave di marmo di Carrara a contatto con i cavatori (1953); nel 1954 esegue una grande decorazione per la X Triennale di Milano, alla quale collabora anche nel 1957. Vince i premi La Spezia, Pittsburgh, Lissone e Taranto. Negli ultimi anni della sua attività soggiorna e opera a Manarola, Tellaro e Anversa; del 1958 sono i viaggi a New York e in Germania. Birolli è figura centrale dell'arte italiana del Novecento. La sua pittura è subito antinovecentista, caratterizzandosi, negli anni Trenta, per una poetica d'ispirazione candido-primitivista attenta ai modelli postimpressionistici di Cézanne e Van Gogh, interpretati con estrema originalità. Protagonista, con il suo anticlassicismo, del movimento di Corrente, sviluppa nell'immediato dopoguerra una pittura d'impianto neocubista che dopo il 1950, in contrasto con la linea più rigorosamente realista, sfocia in una sorta di figurazione espressionistico-astratta, basata su una trascrizione intensamente emotiva dei dati sensoriali e naturali. Bibl.: Università, Comune, Provincia di Parma, Renato Birolli, 1976; Renato Birolli, Milano, 1978; Renato Birolli, a c. di P. Vivarelli, Milano, Palazzo Reale, 1989; Renato Birolli. 1943-1958, Mantova, Casa del Mantegna, 2001 (con bibliografia precedente).
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