Trombadori Francesco. Siracusa, 1886 - Roma, 1961. Pittore. Durante la giovinezza frequenta la Scuola tecnica. Nel 1907 si trasferisce a Roma dove segue i corsi dell'Accademia di Belle Arti e la Scuola libera del nudo. Nel 1911 tiene la prima personale, nel Foyer del Teatro Massimo di Siracusa. Nel 1921 è nominato professore di disegno all'Istituto Tecnico di Civitavecchia. Partecipa alle prime tre edizioni della Biennale romana. Nel 1924 espone alla Biennale di Venezia e alla Esposizione di Venti Artisti Italiani presso la Galleria Pesaro di Milano. Nel febbraio 1926 s'inaugura al Palazzo della Permanente di Milano la I Mostra del Novecento italiano, alla quale partecipa con tre opere. Prende parte alla I Quadriennale romana – e alle edizioni successive – e continua a partecipare alle mostre del Novecento italiano, che negli anni Trenta si tengono soprattutto all'estero. Dopo la parentesi bellica, riprende l'attività espositiva. Si possono ricordare le mostre personali alla Galleria del Pincio (Roma, 1951), alla Tartaruga (Roma, 1955), al Centro San Babila (Milano, 1960), alla Galleria Russo (Roma, 1961). La prima monografia sulla sua opera esce nel 1938 per le edizioni di Circoli: vi sono riprodotte quaranta opere con un testo di Adriano Grande. Fin dagli anni Venti l'artista è in rapporti d'amicizia con Antonio Donghi, Carlo Socrate, Nino Bertoletti e de Chirico. È altresì rilevante la sua attività critica, iniziata nel 1925 pubblicando su “L'Epoca” due scritti dedicati a Fattori e alla morte di Spadini e in “L'Opinione” un testo sulla situazione artistica italiana. Collabora successivamente alle edizioni di Circoli con articoli che spaziano dalla recensione libraria alla pittura del Seicento. Dal punto di vista tematico e stilistico, nei primi anni Venti Trombadori dedica molto tempo allo studio della pittura antica, cercando una via personale nel difficile rapporto tra avanguardia e tradizione. Da suggestioni divisioniste, passa presto a opere d'intonazione neoclassica e purista. Dalla seconda metà degli anni Venti, nella sua pittura inizia a manifestarsi un nuovo interesse per il paesaggio, accompagnato ai temi prediletti della natura morta e dei nudi. Nel decennio seguente compaiono nel suo repertorio i ritratti. Dopo la guerra inizia un nuovo periodo pittorico, dedicato a un'originale e raffinata lettura del paesaggio romano in chiave neometafisica. Bibl.: A. Grande, Trombadori: quaranta riproduzioni, Roma, 1938; Mostra antologica dell'opera di Francesco Trombadori, (Siracusa, Istituto del Dramma antico), Palermo, 1976; Francesco Trombadori. Paesaggi di Roma, Roma, Palazzo Braschi, 1979; M. Fagiolo Dell'Arco e V. Rivosecchi, Trombadori, Roma, 1986.
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