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    Pulga Bruno

    Pulga Bruno. Bologna, 1922-1993. Pittore e incisore. Si diploma al Liceo Artistico di Bologna; frequenta poi la Facoltà di Architettura a Venezia e a Firenze e segue le lezioni di Guidi e Morandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Esordisce nel 1954 in una collettiva alla Galleria La Bussola di Torino; la prima personale è dell’anno successivo e si tiene al Circolo di Cultura di Bologna. Dal 1956 entra a far parte del gruppo di artisti che gravita attorno alla Galleria milanese Il Milione, esponendo subito in una collettiva degli artisti della Galleria. Dal 1958 espone anche all’estero, soprattutto in Germania: prima a Monaco poi a Berlino. Dal 1966 esporrà a Parigi, nella quale si trasferisce nel frattempo. Tra le molte personali, si segnalano le mostre di Cortina d’Ampezzo, dal 1962; di Milano, alla Galleria Il Milione, nel 1963; di Bergamo, alla Galleria Lorenzelli, nel 1966; di Torino, alla Galleria Martano, nel 1970; di Ferrara, al Padiglione Arte Contemporanea, nel 1983; di Milano, alla Galleria Lorenzelli, nel 1987. Nel 1988 inizia una serie di mostre in Svizzera; partecipa poi a collettive in Francia. Nel 1991 espone con una personale alla Galleria Contini di Venezia. Nel 1992 si tiene una nuova personale all’Accademia Cattani di Bologna seguita da altre due mostre bolognesi, alla Galleria P. Nanni sempre nel 1992 e alla Galleria Mazzoni Arte nel 1996. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1978 e alla Quadriennale di Roma nel 1986. Fin dalla metà degli anni Cinquanta elemento centrale della sua riflessione artistica è la natura; in quel periodo l’artista è infatti vicino alle posizioni teorizzate da Francesco Arcangeli, che con il suo movimento detto dell’ultimo naturalismo promuove un gruppo di giovani artisti bolognesi in cui, oltre a Pulga, figurano Vacchi, Mandelli, Bendini, Ferrari e Pancaldi. Grande importanza ha inoltre l’incontro con Andreas Grote, grazie al quale ha la possibilità di allestire le mostre tedesche. Partito da una pittura dagli accenti informali in cui però ben presente è il dato di natura, dagli anni Sessanta assumerà via via preponderante rilievo nella sua opera il dato cromatico, che lo porterà in certi casi a esiti vicini al neo espressionismo. Negli anni Settanta le accensioni cromatiche e i gesti vigorosi si attenuano, in una pittura dai raffinati contrasti luminosi e dalla scrittura intricata e minuziosa che giunge via via a esiti di essenzialità e di spiritualizzazione. Nelle ultime opere, denominate Luce-natura, la luce è l’elemento che fa tutt'uno con il colore, con esiti di equilibrata armonia compositiva. Bibl.: Bruno Pulga, Ferrara, Padiglione Arte Contemporanea, 1983; Bruno Pulga, Milano, Lorenzelli Arte, 1987; A. Tugnoli, Bruno Pulga, Bologna, 1999.