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    Ponti Pino

    Ponti Pino. Venezia, 1905 - Milano, 1999. Pittore. Frequenta l’Accademia di Venezia e ha come insegnanti Virgilio Guidi ed Ettore Tito. Presenta la sua prima personale nel 1930 nella città natale. Nel 1931 si trasferisce a Milano, dove realizza gli affreschi per la Villa Uglietti ed espone in varie personali: alla Galleria Il Milione nel 1931; alla Galleria del Poligono nel 1932 e alla Galleria Tre Arti nel 1934. Partecipa a diverse rassegne collettive fra cui la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma e la Biennale di Milano. Dopo la guerra, tra il 1946 e il 1953, tiene varie personali alle Gallerie La Colonna, Bergamini, Del Naviglio. Inoltre è presente a varie mostre in Italia e all’estero. Nel 1979 il Comune di Milano gli ha dedicato una mostra antologica al Museo di Milano, seguita da una seconda antologica al Palazzo d’Accursio di Bologna nel 1983. Nel 1990 gli viene dedicata una personale dalla Galleria Museum di Milano. Negli anni Trenta conosce Birolli, Manzù, Sassu e collabora con Guttuso alla rivista “Orpheus”, con disegni satirici antifascisti. Viene condannato a due mesi di confino in seguito all’esposizione, nella Galleria Tre Arti, di una sua opera giudicata “offensiva” (La passeggiata liberale). Partecipa come partigiano alla Resistenza. Partito da una pittura in cui evidenti sono le influenze dell’arte del maestro Guidi, si volge in seguito, nel corso degli anni Trenta, a una rappresentazione della realtà apparentemente leggera e improvvisata, e invece studiosamente elaborata e ambigua. Negli anni del secondo conflitto la sua pittura si fa drammatica, di denuncia, caratterizzata dalla presenza di forme scarne, ma pervasa da una certa inquietudine e da accenti grotteschi. Nell’immediato dopoguerra entrano motivi neocubisti nei soggetti dei paesaggi, dei cantieri navali, dei lavoratori. Dagli anni Cinquanta la sua pittura rientra nei ranghi del realismo, giungendo agli inizi degli anni Sessanta a indagare la realtà oggettuale; e dalla fine del decennio, ritornano le rappresentazioni intensamente drammatiche, condotte tramite un segno nervoso, teso ad annullare la concreta raffigurazione; i suoi personaggi sono ombre e figure sinteticamente definite. Negli anni Settanta raggiunge esiti visionari. Bibl.: R. De Grada, Pino Ponti, Milano, 1979; Pino Ponti. Mostra antologica, a c. di C. Gentili, Bologna, Palazzo d’Accursio, 1983; Pino Ponti. 60 anni di pittura italiana, a c. di M. Monteverdi, Milano, Galleria Museum, 1990.