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    Paganin Giovanni

    Paganin Giovanni. Asiago (Vicenza), 1913 - Milano, 1997. Scultore. Autodidatta. Espone per la prima volta alla Bottega di Corrente, a Milano, nel 1941. Chiamato alle armi, torna dalla guerra ammalato d’asma. I problemi di salute lo tormentano fino al 1952, quando, guarito, può definitivamente ritornare a Milano e ricevere commissioni prestigiose, partecipando alla Biennale veneziana (sala personale nel 1964) e alla Quadriennale romana. Per tutti gli anni Sessanta conta esposizioni personali e collettive, in Italia e all’estero. Nel 1978 è ordinata un’importante antologica dal Comune di Milano presso la Rotonda di Via Besana. Dal 1978 è insegnante all’Accademia Albertina di Torino. Progressivamente si ritira dal dibattito artistico e prende le distanze da critici e galleristi, esponendo in occasioni sempre più rare. L’artista si lega, al momento degli esordi milanesi negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, ai fratelli Ghiringhelli e all’ambiente della Galleria Il Milione. Nel dopoguerra, si avvicina al Gruppo Linea e poi al Realismo (?), mantenendosi comunque schivo e fortemente critico verso il contemporaneo sistema dell’arte. Intenso negli anni Sessanta e Settanta è il sodalizio con Giovanni Testori, poi interrotto da una lite insanabile. Il soggetto privilegiato dall’artista è la figura umana, appena sbozzata, massiccia, tragica. Del dramma dell’uomo calato nel suo tempo sono emblematiche le molte sculture dal titolo Caduta. Bibl.: Giovanni Paganin, Milano, Rotonda di Via Besana, 1978; M. De Micheli, L’uomo - La natura, Milano, 1980; Giovanni Paganin. Sculture 1940-1985, a c. di M. Pizziolo, Milano, Museo della Permanente, 1999.