Monachesi Sante. Macerata, 1910 - Roma, 1990. Pittore, scultore, grafico. Approda alla scultura dopo aver esercitato per alcuni anni il mestiere di intagliatore ed ebanista per ditte locali. Frequenta lo studio dello scultore De Angelis. Dal 1933, anno in cui esordisce a Macerata all’Esposizione della Giovane Pittura, partecipa a diverse mostre organizzate in ambito regionale. Nel 1936 segue il corso di scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e partecipa alla XX Biennale di Venezia. Nel 1941 tiene una personale alla Galleria La Barcaccia di Roma, e al Quisibeve organizza una personale intitolata L’aereopittura di guerra e i bombardamenti londinesi e africani. Nel corso degli anni partecipa ad altre Biennali, Quadriennali e a molte mostre nazionali e internazionali. Numerosissime sono le successive personali, tra cui si ricordano le mostre parigine del 1950; le personali romane alla Galleria La Tartaruga nel 1954 e alla Galleria Portonovo nel 1959 e nel 1960; al Kursaal di Legnano nel 1969; alla Galleria Borgonuovo di Milano nel 1971; a Palazzo del Granaio di Chioggia nel 1975; alla Sorbona di Parigi nel 1979; alla Galleria Ghelfi di Verona nel 1989. Nel corso degli anni Novanta espone frequentemente in personali all’estero. Nel 1957 viene pubblicata la prima monografia di una lunga serie. Interprete degli ultimi fuochi dell’avanguardia futurista, al cui gruppo romano si avvicina negli anni Trenta, collabora con diverse riviste – fra cui quella milanese “Nuovo Futurismo” – come caricaturista e corrispondente. Nel 1936 esegue, in collaborazione con Bruno Tano, due pannelli polimaterici per il Quisibeve di Roma. Poco dopo è tra i firmatari, assieme a Tano e a Marinetti, del Manifesto della plastica murale. In periodo di guerra si trasferisce a Roma. Caratterizzano la sua opera, al principio degli anni Trenta, le sue prime strutture spiraliche; in seguito si dedica alla sperimentazione di materiali plastici. Negli anni del secondo conflitto realizza una serie di disegni sul tema dei bombardamenti aerei, affrontati – questa volta – con linguaggio pittorico figurativo. Nel 1943 inizia una nuova stagione artistica caratterizzata da un recupero figurativo nelle serie dei paesaggi, delle nature morte, delle vedute di Parigi e nelle vivaci immagini delle Clawnesse. Negli anni Sessanta riprende le sperimentazioni delle prime esperienze: opere poliplastiche, polimaterici componibili e sculture modificabili. Dal 1962 elabora i manifesti Agrà (agravitazionali), in difesa di una scultura che contraddice le regole tradizionali di durata e peso. Bibl.: I pianeti di Monachesi, a c. di F. De Santi, Pescara, 1990; Sante Monachesi. Gli anni Quaranta e Cinquanta, Civitanova Marche, Chiesa di Sant’Agostino, 1999.
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