Altieri Sergio
1966Tempera su tela120 x 140 cm
Con questo quadro Altieri, già premiato nel 1960, ha meritato un nuovo premio acquisito alla XIX edizione del Premio Suzzara (1966).Un vecchio contadino in primo piano, una figura femminile al lavoro, una coppia sotto le fronde di folti alberi e, in fondo, un carro appoggiato a una casa colonica in un orizzonte di colline sono i semplici elementi del dipinto, delineati in uno stile che riprende i modi del disegno infantile. Altieri - che nel corso degli anni Sessanta è passato da una figurazione influenzata dal realismo esistenziale, ma sintetizzata nei tratti principali, a un segno ancor più elementare, largo, franto, privo di nette linee di contorno - avverte le suggestioni di un certo grafismo tipico dell'arte quegli anni, nella necessità della ripresa di un linguaggio che torni a comunicare con al semplicità e l'ingenuità di una lingua popolare. Del resto, la rinnovata attenzione allo stile naif di Ligabue, di cui risentiva allora anche il pittore Rovesti, non esclude un recupero corsivo da parte del pittore friulano di cromie fauve, evidente soprattutto nell'insistenza dei blu molto accesi, ricorrenti nelle sue opere, che rivelano la contaminazione del tipico cromatismo veneto con un certo aggiornamento sulle avanguardie internazionali del primo Novecento. Sembra prevalere una visione "spietata" del paesaggio campestre, volta a porre in luce, in un'atmosfera allucinata, il deserto umano ed esistenziale della generazione dei "figli" e l'eterno legame alla terra che vincola i "padri" a un destino di lotta quotidiana.
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