Fioravanti Ervardo
1966Olio su tela80 x 120 cm
"Al XIX Premio Suzzara (1966) vinse L.65.000, un maialino, un mobiletto porta-fornelli, e una scatola di colori. L' opera, che fa parte di una serie di dipinti e disegni sul tema della gente del Po, si riallaccia, nella resa delle figure, alla tradizione ottocentesca simbolista e onirica da Puvis a Redon acuita soprattutto dal virtuosismo esecutivo dell'autore. L'intonazione della scena e' invece dichiaratamente sociologica, inserendosi percio' nell'ambito del realismo sociale, volto a denunciare la condizione di abbruttimento generale. L'artista nasce a Calto (Rovigo) nel 1912. Nel 1927 inizia a lavorare come pittore e decoratore. Segue i corsi di illustrazione del libro presso l'Istituto d'Arte di Urbino grazie a una borsa di studio. Nel 1936 tenta l'avventura del lavoro pubblicitario a Milano, ma l'esperienza si rivela negativa e l'anno dopo torna nel Polesine. Dal 1938 e' giornalista per ""Il Resto del Carlino"" nello stesso tempo si dedica alla pittura ad olio e alla scrittura. La svolta della vita artistica di Fioravanti si ha pero' con il conflitto mondiale: nel 1941 e' prima in Jugoslavia, poi a Pantelleria, dove disegna e dipinge infine viene trasferito, prigioniero, nel campo di Herford, nel Texas, in cui si trova anche Burri. In questi anni da' vita ad una ricca serie di dipinti e disegni e crea pannelli composti da materiale repellente: residuati bellici, insetti e altro. Tornato in Italia, riprende l'attivita' di collaborazione con i quotidiani. Nel 1950 tiene una personale a Roma. Nel 1952 diviene direttore dell'Istituto d'arte ""Dosso Dossi"" di Ferrara. Nel 1963 viene allestita nella stessa citta' un'ampia antologica. "
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