De Cillia Enrico
1958Olio su tela50 x 60 cm
Al XI Premio Suzzara (1958) vinse una medaglia d'oro e L.40.000 Un uso del colore quasi impressionistico, con brevi pennellate cariche di materia si accompagna ad una rappresentazione rigorosa dello spazio immoto. Effetto di sospensione dal tempo, acuito all'assenza delle figure dei lavoratori. L'artista nasce a Treppo Carnico (Udine) nel 1910 e muore ad Udine nel 1993. Inizia la propria attivita' come decoratore a Udine. Solo dopo il 1940 si dedica totalmente all'attivita' di pittore, dopo una formazione da autodidatta. Le sue prime personali vengono allestite a partire dal 1942. Fin dalle sue prime opere si comprende il legame dell'artista con la natura e il senso plastico delle sue figurazioni. Il suo realismo trova come ambientazioni ideali i luoghi del Carso triestino, che si identificano pienamente nei toni sobri e nelle rigorose linee compositive della sua pittura. I paesaggi di De Cillia sono isolati, l'uomo vi e' assente. La natura che descrive e' fatta di rocce calcaree e di arbusti polversi, di materie scabre e di pietre, diventando, cosi', trasfigurazione profonda e amara dell'esistenza umana. In seguito la sua pittura tendera' sempre piu' ad esaltare gli aspetti strutturali della forma, prendendo le distanze da una pura descrizione, impiegando in questo processo l'uso della spatola. Negli anni Sessanta la sua pittura si avvicina all'Informale, sia per la matericita' che per la qualita' cromatica dal carattere non naturalistico, e diviene pittura di poesia e di memoria.
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