Toffolo Giovanni
1950Olio su tela110 x 70 cm
"Al III Premio Suzzara (1950) vinse 5 volumi Mondadori, una sdraio e un tavolino. Il colore e' disposto a vortice. Opera di impronta realistica fortemente espressiva, ancora legata ai moduli stilistici del neocubismo, ma ricca anche di rimandi alla tradizione pittorica nazionale, specie medioevale, e, per l'impatto suggerito dal gigantismo delle figure, all'arte dei muralisti messicani. L'artista e' nato in Germania, a Monaco, da una famiglia di emigranti italiani, nel 1911. Nel 1916 si stabilisce con la famiglia a Tarcento. Inizia come autodidatta e si accosta alla pittura in maniera definitiva dopo il 1940 scegliendo i temi che rimarranno ricorrenti nella sua pittura: nudi, autoritratti, personaggi. Dalla sua esperienza in guerra e nella resistenza nascono opere di impronta realistica fortemente espressiva. Nel 1945 firma assieme a Fiorenzo Tomea, Ugo Canci Magnano, Luigi Rappuzzi, Edoardo Devetta, Giuseppe Zigaina, Virgilio Guidi il ""Manifesto per un'arte classica moderna"", nel quale, in contrapposizione all'impressionismo e ai suoi interessi per i fenomeni atmosferici, si propone una visione piu' oggettiva della realta'. Negli anni tra il 1945 ed il 1950 diviene uno degli esponenti del realismo del secondo dopoguerra friulano. Inizialmente influenzato da Felice Casorati e Virgilio Guidi nell'uso dei colori squillanti e irreali vicini al fauvismo, innesta in seguito modi cubisti che spingono la sua ricerca verso forme piu' sintetiche. Nel periodo realista i temi che sceglie sono contadini, emigranti, partigiani e donne del popolo, e la serie degli ""Uccellatori"". Dalla prima meta' degli anni Sessanta il suo linguaggio accoglie spunti dell'Informale. Nell'ultima fase della sua produzione torna a predominare la figura, d'altra parte mai abbandonata, caratterizzata da un certo espressionismo e legata a tematiche esistenziali."
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